martedì 20 ottobre 2015

Perché correre ci fa sentire bene.


Il piacere di correre è assimilabile a quella sensazione di benessere che si prova mentre è in corso l'attività fisica o subito dopo averla effettuata. Ci si sente stanchi, ma liberi e pieni di vitalità ed energia. Uno studio dell'Università di Montreal ha dato una spiegazione precisa a questa sensazione, che non è questione solamente di endorfine.
Gioca un ruolo fondamentale la dopamina, che è un importante neurotrasmettitore implicato nella motivazione.
Partendo dall'inizio, con questo studio hanno compreso il ruolo della leptina, un ormone che inibisce l'attività fisica attraverso i neuroni dopaminergici nel cervello. La leptina viene secreta dal tessuto adiposo e aiuta il corpo a percepire la sensazione di sazietà. Influenza però anche l'attività fisica. << Più grasso c'è, più leptina c'è e meno sentiamo la necessità di mangiare>>.  Fino a qua tutto bene; le nuove scoperte dimostrano però il fatto che questo ormone influenza anche la nostra motivazione a correre, che è strettamente legata alla ''necessità di trovare cibo''. Perciò il segnale ormonale che regola la fame e l'esercizio fisico sono strettamente connessi. 
Quindi più bassi sono i livelli di leptina, migliori saranno le prestazioni nella corsa. 
Tradotto: correre ci aiuta a dimagrire e dimagrire ci rende più motivati a correre. Quindi basta iniziare.

http://www.sciencedaily.com/news/health_medicine/fitness/

venerdì 16 ottobre 2015

Come capire se abbiamo un problema ai menischi

Le più frequenti lesioni a carico dell’articolazione del ginocchio sono quelle ai menischi. Sono delle piccole C di fibrocartilagine, poste fra il femore e la tibia, la cui funzione è quella di creare una miglior distribuzione del carico a livello del piatto tibiale, una miglior artrocinematica, quindi di fatto rendono più fluido ed efficiente ''l’ingranaggio’’del ginocchio. 

Quando ci si provoca una lesione del menisco, si rovina questo ingranaggio molto complesso. Immaginiamo di mettere un corpo estraneo che si incastra nell’ingranaggio e capiamo quanto può essere fastidioso avere un menisco che, invece di coadiuvare al movimento del ginocchio, ne impedisce la normale meccanica. 
Generalmente un menisco si rovina se è usurato oppure in posizioni particolari, ad esempio tornando su da una posizione accosciata, oppure quando si è in carico su un ginocchio e si compie un movimento di torsione.

Come ci si accorge di avere un problema ad un menisco?
Partiamo dal fatto che la certezza si può avere solamente facendo un esame strumentale, però si può ipotizzare clinicamente di avere un disturbo di questo genere se il ginocchio presenta idrato, ovvero gonfiore, se è presente dolore in certi movimenti, se il ginocchio sembra che si blocchi in alcune posizioni, non si estende completamente e produce rumori articolari.
Il trattamento per questo tipo di problema può essere conservativo, andando ad agire sull’infiammazione e una volta risolta quella la lesione rimane silente, oppure chirurgicamente, con un’operazione che si chiama meniscectomia, in cui di va a eliminare il frammento meniscale che provoca dolore e impotenza funzionale. 

giovedì 1 ottobre 2015

Perché si ha male ai muscoli dopo uno sforzo?


Tutti abbiamo provato quella sensazione di indolenzimento a volte anche molto forte e fastidiosa che si prova dopo essersi allenati in palestra o aver fatto un’attività diversa dal solito. Normalmente insorge tra le 14 - 72 ore dopo un lavoro muscolare intenso e può durare anche parecchi giorni. Normalmente la causa di questa sensazione fastidiosa viene attribuita alla formazione di acido lattico all’interno dei muscoli che provoca questo fastidioso bruciore. In realtà non è l’acido lattico la causa (l’acido lattico, infatti, non resta in circolo che per qualche minuto dopo l’attività muscolare e viene quasi immediatamente riassorbito dal circolo sanguigno, mentre quello presente a livello muscolare sparisce nel giro di 2/3 ore). A che cosa dobbiamo quindi questi dolori. La causa sono i Doms (delayed onesti mussole soreness), che vengono causati da micro-lacerazioni del tessuto muscolare che si adatta al tipo di sforzo effettuato e si rimodella successivamente per essere in grado di fornire la stessa prestazione con una maggior efficienza; sta quindi alla base del modellamento muscolare che ricercano in modo particolare i bodybuilder. 


Come si possono gestire questi dolori? In realtà l’approccio migliore è quello di sopportare ed aspettare che si risolvano naturalmente, mentre tecniche come lo stretching o l’attività dei gruppi muscolari dolenti non facilitano per niente lo smaltimento della sensazione, ma ne allungano i tempi di recupero. 

sabato 22 agosto 2015

Perché addominali tonici prevengono la lombalgia.

La lombalgia è forse uno dei ''mali'' per cui più spesso la popolazione occidentale si rivolge al medico; in alcune popolazioni, il cui stile di vita non è caratterizzato da interminabili ore in posizione seduta, il mal di schiena quasi non esiste. 
Detto questo volevo affrontare l'importanza che svolge la muscolatura addominale nella prevenzione della lombalgia. 
La parete addominale è fondamentale per mantenere una pressione intraddominale costante e che aumenta ogni volta che si effettua uno sforzo, come sollevare un peso; nel momento in cui ci si flette con la schiena o semplicemente si solleva un grosso peso, gli addominali si contraggono insieme al pavimento pelvico e formano un muro che permette una tenuta dei visceri e caratteristica fondamentale scarica lo sforzo dalla schiena agli addominali di circa il 30/40%. Immaginiamo quindi uomo con una ipovalidità addominale che solleva un peso, effettuerà uno sforzo che andrà a carico della colonna vertebrale e inoltre il rachide non viene stabilizzato dalla pressione intraddominale e quindi aumenta di molto il rischio di un danno. Se sforzi del genere vengono effettuati quotidianamente viene spontaneo immaginare quanto sia alto il rischio di lombalgia. 

Ne deduciamo quindi l'importanza di avere una parete addominale tonica e reattiva, ma bisogna prestare attenzione a come si allenano gli addominali. Il rischio è naturalmente quello di effettuare esercizi di rinforzo che vadano a sovraccaricare il rachide lombare; bisogna quindi prestare attenzione ad attivare la core addominale con attività di avvicinamento del bacino al torace e viceversa senza l'utilizzo delle gambe. Gli addominali infatti non hanno azione sugli arti inferiori perciò affidatevi al vostro personale trainer o al vostro fisioterapista per una corretta impostazione del lavoro di rinforzo e migliorate la vostra postura per combattere il mal di schiena. 

martedì 18 agosto 2015

Nuoto, lo sport migliore. Ora non più.

Nuoto e schiena

E’ frequente sentire il consiglio di praticare nuoto in caso di problematiche legate alla schiena, spesso nell’età dello sviluppo, magari in caso di scoliosi. ''Il nuoto è lo sport più completo e salutare''. Non è vero, come non lo è nessuno sport. Innanzitutto qualsiasi sport si pratichi bisogna considerare in modo realistico il proprio livello atletico e progredire con l'intensità in modo da non sovraccaricare il nostro fisico. In caso di patologie specifiche o condizioni fisiche, come una scoliosi appunto, bisogna prestare attenzione alla scelta che viene fatta, perché alcuni movimenti o gesti sportivi possono portare benefici, ma possono anche peggiorare la condizione, specialmente se si tratta di ragazzi in fase di crescita.

In particolare, ritornando al nuoto, sono stati fatti degli studi su nuotatori professionisti in cui si mette in evidenza il fatto che il nuoto può portare al peggioramento della scoliosi aumentando le asimmetrie e può addirittura essere un fattore che contribuisce al dolore alla schiena. In realtà se viene praticato in modo amatoriale, senza sovraccarichi non crea danni reali, ma se praticato a livello agonistico o comunque con una frequenza alta, bisogna tenere conto dei possibili problemi che potrebbe causare. 


Possiamo tranquillamente affermare che l’idea del nuoto come lo sport perfetto è ormai stata smentita. 
Se avete il dubbio su quale sport praticare per la vostra schiena chiedete consiglio al vostro medico o al vostro fisioterapista!!

giovedì 13 agosto 2015

Cefalee frequenti. Tutta colpa della cervicale.

Cefalea di origine cervicale

Il mal di testa è un disturbo di cui tutti abbiamo sofferto o soffriamo. Alcune persone presentano una cefalea più frequente e correlata a dolore o limitazione cervicale. E’ un tipo di cefalea chiamata cervicogenica; per capire se il mal di testa che ci afflige è di origine cervicale dobbiamo prestare attenzione al decorso del dolore. Generalmente origina posteriormente al capo, in zona occipitale per irradiarsi anteriormente e frontalmente verso l’occhio omolaterale. Inoltre è probabile vi siano delle posizioni del collo che aumentano il fastidio ed altre che lo diminuiscono. 

La cefalea si manifesta quando dei dolori periferici frequenti legati alla zona cervicale sensibilizzano le vie del dolore e si manifestano con il mal di testa. 
Agendo quindi sulla regione cervicale con la terapia manuale si può agire indirettamente sulla cefalea; naturalmente è importante capire le cause della disfunzione primaria legata alla colonna cervicale, ovvero qual è la causa del dolore cervicale, postulare, traumatica o di altra origine? 


La cervicale è un zona fondamentale del corpo umano per molti aspetti, basti pensare come un dolore o una limitazione di questa zona influisca sull’equilibrio, sulla vista e possa provocare disturbi come la nausea e la cefalea.
Nel caso di un mal di testa di origine cervicale, si può influire molto trattando la regione cervicale, sia sull'intensità del dolore che sulla frequenza degli episodi.

martedì 11 agosto 2015

Sciatalgia: che cos'è e come curarla

Sciatalgia

La sciatalgia è una problematica nota a molti, spesso associata all’ernia discale. La sciatica o sciatalgia è un dolore o fastidio che può presentarsi con intensità diverse a causa dell’infiammazione del ‘’famoso’’ nervo sciatico. I sintomi di una infiammazione nervosa possono essere parestesie (formicolii), debolezza muscolare e difficoltà a controllare gli arti. L’aumento del dolore spesso è associato a determinate posture che accentuano il disturbo. 
In realtà l’ernia del disco non è la sola causa di infiammazione del nervo sciatico, ma anche una stenosi lombare o una spondilolistesi (scivolamento di una vertebra) portano alla medesima sintomatologia, anche se con caratteristiche diverse. 
La sciatica ha una localizzazione precisa, partendo dalle regione lombare, passando per il gluteo, posteriormente alla coscia, dietro al ginocchio, scendendo nel polpaccio fino ad arrivare al piede. Se il dolore si riflette anteriormente alla coscia, allora probabilmente si tratta di cruralgia e non sciatalgia. 


Per una corretta diagnosi di questo disturbo è assolutamente necessario effettuare esami strumentali, come Tac o  Rm.

Il modo migliore per affrontarla è,  una volta individuata la causa, affidarsi ad un medico competente ed ad un buon fisioterapista che imposti un percorso riabilitativo individuale e personalizzato. La fase iniziale è sicuramente rivolta ad una diminuzione della sintomatologia attraverso una terapia farmacologica, per poi concentrarsi sulla risoluzione della causa che provoca l'infiammazione nervosa. 

lunedì 10 agosto 2015

Kinesio Taping

Kinesio Taping

Negli ultimi anni si è diffuso moltissimo l’utilizzo dei Kinesio Taping, i cerotti colorati che tutti ricordano applicati sulla schiena di Balotelli in una partita della Nazionale di calcio. Sono ormai molto diffusi nello sport e anche come coadiuvante dei trattamenti fisioterapici di tutti i giorni, dalla riabilitazione post-intervento alla cura del dolore cervicale o lombare. 

Il funzionamento di questi cerotti non dipende da nessun farmaco, né l’effetto cambia in base al colore. I cerotti hanno una propria elasticità, una tensione e un ritorno elastico, oltre che una trama particolare. Vengono applicati in modi diversi in base all’effetto che si desidera ottenere; possono essere applicati con un effetto drenante per esempio quando si vuole fare sgonfiare una caviglia che ha subito una distorsione, oppure per attivare maggiormente un muscolo o al contrario per inibirlo. Il Kinesio Taping crea un effetto di sollevamento della cute che, di conseguenza , diminuisce la pressione nelle zone in cui viene apposto, lasciando i tessuti liberi di drenare determinate zone o, ancora, diminuisce la pressione di zone dolorose, agendo sui recettori tissutali. Un effetto importante è quello propriocettivo (la propriocezione è la capacità che abbiamo di percepire i nostri segmenti corporei nello spazio anche senza doverli guardare), infatti i cerotti possono essere applicati in modo tale da aumentare la capacità di percepire il proprio corpo in quella determinata zona. 

Per una corretta applicazione è necessario conoscere in modo approfondito il funzionamento del cerotto stesso e soprattutto avere una buona preparazione riguardo l’anatomia e la fisiologia articolare del corpo umano.

venerdì 7 agosto 2015

Nervi accavallati? ma anche no!

Nervi accavallati? ma anche no!


Tutti i fisioterapisti o comunque chi lavora in ambito medico hanno visto arrivare pazienti con l’auto-diagnosi di nervo accavallato spesso localizzato sulle spalle e sul collo. Sfatiamo questo MITO!! I nervi non si accavallano!!
L’anatomia e il decorso dei nervi nel corpo attraverso i fasci muscolari o in canali ossei rende impossibile l’accavallarsi dei nervi e ancora più assurdo è che ci possano essere dei soggetti che vantano di scavallarli. Allora cos’è quella sensazione di dolore e fastidio che sentiamo?
In genere questo tipo di dolore è riferibile semplicemente ai muscoli che possono soffrire di una contrattura muscolare che protratta nel tempo può andare a creare una infiammazione che irrita la zona riferendo il tipico dolore da ‘’accavallamento’’. Infatti chi soffre di questo dolore spesso riferisce anche rigidità in questa determinata zona. Le cause possono essere un sforzo eccessivo o una postura scorretta oppure una contrazione antalgica instaurata a causa di una problematica primaria non riferibile al muscolo stesso, come un’ernia o artrosi. 

mercoledì 5 agosto 2015

Lombalgia, mal di schiena: come comportarsi.

La lombalgia è una problematica che impressiona per la sua enorme diffusione, specialmente negli ultimi anni nella popolazione adulta; ne soffre l’80% degli adulti. Tutti nella vita prima o poi soffrono di lombalgia. 
E’ chiaro che non sempre l’intensità del dolore, le tempistiche e le modalità non sono le medesime. 


Un paziente che soffre di lombalgia spesso viaggia da un professionista all’altro senza risolvere il problema. 


E’ la principale causa di estensione dal lavoro e in genere l’approccio verso questa problematica è quello di coricarsi e non muoversi aspettando che i medicinali facciano effetto e il dolore passi. Nulla di più sbagliato. E’ fondamentale che chi soffre di lombalgia, in particolare se la causa è la celeberrima ernia del disco, che la persona resti in movimento naturalmente con certi accorgimenti in particolare riguardanti la postura, l’ergonomia e il livello di movimento che si effettua durante il giorno. E’ pressoché impossibile dare consigli ad una persona che soffre di mal di schiena senza una attenta valutazione. Infatti l’approccio è diverso in base alle cause del dolore, alla fase in cui si è, all’età, al lavoro che si fa e a molti altri fattori. Dal mal di schiena si guarisce, e si può fare molto dal punto di vista fisioterapico per prevenirlo. Difficilmente le soluzioni rapide che tolgono il dolore in una seduta sono durature o efficaci. L’effetto più duraturo e maggiormente efficace e un lavoro sulla postura e sul ripristino delle curve lombari, naturalmente lavorando sul rinforzo della stabilità del rachide. Gli approcci possono essere diversi in base al tipo di problema. Concludendo è necessario impostare un percorso con un bravo fisioterapista per non avere più bisogno del fisioterapista. 

lunedì 3 agosto 2015

Scrocchiare le dita fa male?

Scrocchiare le dita


Il vizio di scrocchiate le dita accomuna tantissime persone e spesso mi capita di dover rispondere alla domanda, se ''scrocchiare le dita o altre articolazione faccia male''. Fino a poco tempo fa si sentiva dire che questa ''brutta'' abitudine poteva portare all'instaurarsi di una degenerazione delle articolazioni. 

Negli ultimi anni sono stati in molti ad occuparsi di questo particolare argomento. Addirittura un medico californiano, Donald Unger, fece l'esperimento sulla propria pelle, scrocchiandosi una delle mani per 60anni lasciando l'altra tranquilla. La conclusione del geniale Donald è stata che non vi era una correlazione fra questa manipolazione delle dita e lo sviluppo di osteoartrite. La validità scientifica di questo studio è del tutto discutibile, ma sono in molti attualmente ad essere dello stesso parere. In realtà si è scoperto che la causa del ''crock'' che si sente è dovuto a dei gas presenti intrarticolarmente che alla compressione esplodono provocando il tipico rumore. Se viene impressa molta forza nella manovra e viene ripetuta frequentemente può portare ad una infiammazione articolare che alla lunga può creare problemi più gravi. Su YouTube si può trovare addirittura un video in cui si possono apprezzare le articolazioni e cosa accade loro durante questo tipo di manovre, vi lascio il link qui sotto.

Artrosi cervicale: cos'è e come comportarsi

Artrosi cervicale Riconoscere i sintomi dell'artrosi: 
  • rigidità cervicale;
  • dolore al collo;
  • scrosci articolari durante certi moviementi;
  • sensazione di avere la sabbia tra le vertebre;
  • spalle e muscoli cervicale dolenti;
  • cefalea;
  • nausea e giramenti di testa, associati a rigidità mattutina;
  • acufeni.
Come intervenire?
Si sente spesso parlare di artrosi, in particolare gonartrosi e coxartrosi, ma anche il rachide può andare incontro a degenerazione. L’artrosi cervicale è un disturbo abbastanza frequente che coinvolge i le vertebre e si tratta della degenerazione dei dischi intervertebrali della regione cervicale. 
Esaurendosi la funzione di ‘’ammortizzatori’’ dei dischi le sollecitazioni che la cervicale subisce ogni giorno portano ad un deterioramento ulteriore delle vertebre stesse. Non è una problematica legata solamente all’età, ma può insorgere in soggetti anche più giovani. Si tratta dunque di usura che provoca una infiammazione delle articolazioni che provoca dolore ai muscoli delle spalle e contrazione antalgica della muscolatura, con possibili sintomi associati come nausea, cefalea e vertigine. 


Parliamo ora delle possibili cause. In genere i problemi di usura sono dovuti ad una postura viziata o protratta a lungo durante il giorno o durante il lavoro. Oppure un trauma come un colpo di frusta possono danneggiare la regione cervicale. Inoltre va considerato il normale invecchiamento delle strutture articolari con l'avanzare dell'età.
L’artrosi cervicale non è guaribile, essendo una degenerazione progressiva, però si può agire su alcuni dei sintomi più fastidiosi.
Modificare la propria postura è fondamentale per migliorare la capacità di sopportare i carichi che la regione cervicale deve sopportare durante il giorno. Un buona lavoro di correzione postulare è quindi necessario, in modo da poter mantenere un corretto allineamento in tutti gli ambiti della vita quotidiana. Naturalmente il movimento è utile per recuperare un movimento fluido o comunque rallentare l’evoluzione della degenerazione articolare. Con una corretta fisioterapia si può agire sulle contratture muscolari, sulla correzione postulare e sul dolore generalizzato, agendo quindi sulle cattive abitudini posturali.