sabato 9 aprile 2016

Consigli pratici per chi soffre di mal di schiena.

La lombalgia

Il mal di schiena colpisce più o meno tutti nel corso della vita, quindi tutti sappiamo quanto può essere difficile gestire il dolore. Non sempre i farmaci, però sono la soluzione, soprattutto se non si va ad agire su quelle che sono le cause della lombalgia. Ad esempio la postura al lavoro, un attività ripetuta che vada a sovraccaricare il tratto lombare, un movimento fatto male. 

Caratteristiche

Il dolore lombare può avere diverse manifestazione particolari, in base alla causa primaria che provoca il dolore (ernia, artrosi vertebrale, contratture muscolari, stiramenti muscolari, contusioni, tensioni legamentose prolungate nel tempo). 
Se il dolore si presenta dopo un forte trauma, un incidente stradale, una caduta oppure se dopo un movimento improvviso si presenta un dolore lancinante, con irradiazione all’arto inferiore, è necessario rivolgersi al medico, che dovrà valutare la necessità di effettuare degli esami diagnostici specifici (risonanza, rx). 
Nel caso si tratti di una lombalgia aspecifica causata da posture scorrette mantenute o da un movimento fatto malamente ci si può rivolgere ad un fisioterapista o ad un osteopata. Di seguito vi propongo alcuni accorgimenti che possono alleviare il dolore lombare durante il giorno e proteggere la schiena.

Consigli 
  1. Per chi lavora seduto ad una scrivania è consigliabile procurarsi una sedia che permetta di mantenere la zona lombare in lordosi, quindi con un supporto lombare. 
  2. La stessa cosa vale per chi guida per molto tempo; un asciugamano arrotolato, posizionato tra il sedile e la zona lombare bassa, può notevolmente migliorare la postura alla guida e quindi il dolore.
  3. Dopo un intensa giornata di lavoro, magari sovraccaricando la schiena ci si può coricare a terra, poggiando le gambe sul letto, con anche e ginocchia flesse a 90°. Si mantiene questa posizione di rilassamento per alcuni minuti, respirando lentamente e profondamente con il diaframma.


E’ consigliabile non affidarsi a rimedi consigliati da persone che non sono formate o che si improvvisano fisioterapisti o medici, perché da un problema di schiena risolvibile si rischia di peggiorare la condizione, a volte anche in modi piuttosto gravi. 

lunedì 4 aprile 2016

Gamba corta: VERA o FALSA?

Spesso capita che vengano prescritti da medici o consigliati da fisioterapisti dei rialzi da mettere nelle scarpe per eliminare una eterometria degli arti inferiori, ovvero una differenza di lunghezza fra le due gambe.
Bisogna premettere che indossare una soletta non è una decisione che va presa con leggerezza, senza fare le giuste e dovute valutazioni cliniche. Quando si parla di differenze inferiori ad 1cm, la differenza è del tutto trascurabile. Se la differenza è maggiore allora bisogna approfondire l’analisi, in quanto una differenza importante può dare problematiche di tipo ascendente a livello del bacino e della schiena, per poi influenzare, di fatto, tutta la postura.
Il problema sta nel fatto che molto spesso, chi prescrive la correzione, viene ingannato da quella che in realtà è una falsa gamba corta.
I motivi che possono trarre in inganno il clinico sono molteplici e vanno sempre valutati con attenzione.
  • Un valgismo di calcagno o di ginocchio provoca una diminuzione della distanza tra il bacino e il suolo, determinando una falsa gamba corta;
  • un osso iliaco ruotato in posteriorità rispetto al sacro può trarre in inganno e portare ad una diagnosi scorretta che non necessita affatto di un plantare,
  • problematiche di ossificazione a livello del bacino oppure detrazioni muscolari;
  • la scoliosi, specie a livello lombare può comportare un bacino disallineato, con conseguente differenza di lunghezza delle gambe.
E’ evidente come una valutazione affrettata può comportare l’adozione da parte di un paziente di una correzione di cui non necessita, che in alcuni casi può essere risolta molto semplicemente con una seduta da un fisioterapista/osteopata.

sabato 2 aprile 2016

Fisioterapia: bruxismo e sintomi.

Che cos’è il bruxismo e quali ne sono le cause?
Il soggetto che bruxa ha l’abitudine di digrignare i denti, serrando la mandibola in modo involontario. E’ spesso riscontrabile nei bambini, ma non solo. Anche gli adulti hanno frequenti episodi di bruxismo, generalmente notturno e le cause possono essere molteplici. 
Prima fra tutte lo stress, associato ad ansia, tensione oppure rabbia e frustrazione personale possono evidenziarsi e sfogarsi con questo tipo di attività involontaria. Le persone particolarmente aggressive o che presentano disturbi del sonno hanno come valvola di sfogo il digrignamento notturno. Inoltre problematiche di malocclusione o assunzione di sostanze come droghe, tabacco o farmaci possono favorire il bruxismo.


Come ci si accorge di questo problema.

In genera si è inconsapevoli di bruxare di notte, a volte è il partner ad accorgersene, dal rumore di sfregamento dei denti, oppure il dentista che può evidenziare un usura particolare dei denti, così come il fisioterapista o l’osteopata. 

Quali sono i sintomi del bruxismo?

I sintomi del bruxismo sono molti. Bisogna specificare il fatto che mostrare uno o due di questi sintomi non significa assolutamente essere soggetti a bruxismo, ma va fatta una valutazione da una figura sanitaria in grado di effettuare una diagnosi certa e che abbia le competenze per intervenire o per indirizzare il paziente. Di seguito l’elenco con i principali sintomi e segni che si riscontrano in questo tipo di problematica:
  • indolenzimento muscolare dei muscoli del volto (mascella e mandibola)
  • ansia, stress, depressione
  • disturbi del sonno
  • mal di testa, emicrania
  • cervicalgia, vertigini, nausea
  • mal di schiena nella regione dorsale alta
  • lesioni all’interno della bocca
  • deformità della lingua
  • forte dolore al volto
  • ipersensibilità dentale, denti consumati, mal di denti, gengive infiammate, ronzio alle orecchie, acufeni, riduzione udito, sensazione orecchie tappate
  • linfonodi del collo ingrossati

A chi rivolgersi?

Il bruxismo, proprio a causa del gran numero di sintomi e problematiche che può portare va affrontato in modo interdisciplinare. In ogni caso le figure a cui rivolgersi nel caso si abbia il dubbio di soffrire di questo problema sono il dentista, lo gnatologo, il fisioterapista, il logopedista o l’osteopata. Il tipo di intervento varierà in base a quelle che sono le cause primarie del disturbo. Sicuramente per quanto riguarda l’aspetto muscolo-scheletrico e postulare sarà necessario lavorare per diminuire le tensioni muscolari, migliorare la postura e eliminare il dolore e la cefalea. Sono spesso utilizzati dei dispositivi correttivi ortodontici che permettono di limitare i danni a livello dentale. 

Vi sono diversi tipi di approccio di gestione di questo disturbo, nessuno è assoluto ed unicamente efficace, ma come sempre quando si parla di salute, bisogna lavorare sul corpo umano in modo globale e completo.

giovedì 31 marzo 2016

Stretching: prevenzione degli infortuni.

Importanza dello stretching nello sport e nella vita di tutti i giorni

Tutti sappiamo che l’allungamento muscolare fa bene al nostro corpo e andrebbe sempre associato allo sport o come semplice esercizio per mantenere elastiche le nostre fibre muscolari e tendine



I muscoli se allenati, tendono ad accorciare le proprie fibre, anche nella persona giovane; nell’adulto e nell’anziano il muscolo perde, lentamente, la propria capacità di allungarsi in modo corretto, modificando la propria morfologia, a favore di fibre sempre meno elastiche e più rigide, che non permettono una corretta mobilità articolare e più in generale di tutto il corpo. 
Questa tendenza alla rigidità sia del muscolo allenato che di quello che invecchia, aumenta di molto il rischio di infortuni, sia di tipo muscolare che articolare. 
Facciamo l’esempio di un bodybuilder che rinforza solamente la muscolatura pettorale, senza effettuare allungamento dello stesso muscolo o senza rinforzare la muscolatura antagonista della schiena; questa persona tenderà ad avere un muscolo pettorale molto forte, che porterà in chiusura le spalle, modificando la postura globale del soggetto e andrà a fissarsi con una lunghezza muscolare non appropriata, con perdita di elasticità e capacità di adattamento a cambi di velocità e movimenti improvvisi, aumentando quindi il rischio di infortunio. 
Questo è il motivo per cui andrebbe sempre effettuato uno stretching selettivo sui gruppi muscolari che intervengono in un determinato sport, permettendo così alle fibre di essere elastiche, forti e veloci. 
Cosa ce ne facciamo di un muscolo ipertrofico, se è lento e fragile?

martedì 20 ottobre 2015

Perché correre ci fa sentire bene.


Il piacere di correre è assimilabile a quella sensazione di benessere che si prova mentre è in corso l'attività fisica o subito dopo averla effettuata. Ci si sente stanchi, ma liberi e pieni di vitalità ed energia. Uno studio dell'Università di Montreal ha dato una spiegazione precisa a questa sensazione, che non è questione solamente di endorfine.
Gioca un ruolo fondamentale la dopamina, che è un importante neurotrasmettitore implicato nella motivazione.
Partendo dall'inizio, con questo studio hanno compreso il ruolo della leptina, un ormone che inibisce l'attività fisica attraverso i neuroni dopaminergici nel cervello. La leptina viene secreta dal tessuto adiposo e aiuta il corpo a percepire la sensazione di sazietà. Influenza però anche l'attività fisica. << Più grasso c'è, più leptina c'è e meno sentiamo la necessità di mangiare>>.  Fino a qua tutto bene; le nuove scoperte dimostrano però il fatto che questo ormone influenza anche la nostra motivazione a correre, che è strettamente legata alla ''necessità di trovare cibo''. Perciò il segnale ormonale che regola la fame e l'esercizio fisico sono strettamente connessi. 
Quindi più bassi sono i livelli di leptina, migliori saranno le prestazioni nella corsa. 
Tradotto: correre ci aiuta a dimagrire e dimagrire ci rende più motivati a correre. Quindi basta iniziare.

http://www.sciencedaily.com/news/health_medicine/fitness/

venerdì 16 ottobre 2015

Come capire se abbiamo un problema ai menischi

Le più frequenti lesioni a carico dell’articolazione del ginocchio sono quelle ai menischi. Sono delle piccole C di fibrocartilagine, poste fra il femore e la tibia, la cui funzione è quella di creare una miglior distribuzione del carico a livello del piatto tibiale, una miglior artrocinematica, quindi di fatto rendono più fluido ed efficiente ''l’ingranaggio’’del ginocchio. 

Quando ci si provoca una lesione del menisco, si rovina questo ingranaggio molto complesso. Immaginiamo di mettere un corpo estraneo che si incastra nell’ingranaggio e capiamo quanto può essere fastidioso avere un menisco che, invece di coadiuvare al movimento del ginocchio, ne impedisce la normale meccanica. 
Generalmente un menisco si rovina se è usurato oppure in posizioni particolari, ad esempio tornando su da una posizione accosciata, oppure quando si è in carico su un ginocchio e si compie un movimento di torsione.

Come ci si accorge di avere un problema ad un menisco?
Partiamo dal fatto che la certezza si può avere solamente facendo un esame strumentale, però si può ipotizzare clinicamente di avere un disturbo di questo genere se il ginocchio presenta idrato, ovvero gonfiore, se è presente dolore in certi movimenti, se il ginocchio sembra che si blocchi in alcune posizioni, non si estende completamente e produce rumori articolari.
Il trattamento per questo tipo di problema può essere conservativo, andando ad agire sull’infiammazione e una volta risolta quella la lesione rimane silente, oppure chirurgicamente, con un’operazione che si chiama meniscectomia, in cui di va a eliminare il frammento meniscale che provoca dolore e impotenza funzionale. 

giovedì 1 ottobre 2015

Perché si ha male ai muscoli dopo uno sforzo?


Tutti abbiamo provato quella sensazione di indolenzimento a volte anche molto forte e fastidiosa che si prova dopo essersi allenati in palestra o aver fatto un’attività diversa dal solito. Normalmente insorge tra le 14 - 72 ore dopo un lavoro muscolare intenso e può durare anche parecchi giorni. Normalmente la causa di questa sensazione fastidiosa viene attribuita alla formazione di acido lattico all’interno dei muscoli che provoca questo fastidioso bruciore. In realtà non è l’acido lattico la causa (l’acido lattico, infatti, non resta in circolo che per qualche minuto dopo l’attività muscolare e viene quasi immediatamente riassorbito dal circolo sanguigno, mentre quello presente a livello muscolare sparisce nel giro di 2/3 ore). A che cosa dobbiamo quindi questi dolori. La causa sono i Doms (delayed onesti mussole soreness), che vengono causati da micro-lacerazioni del tessuto muscolare che si adatta al tipo di sforzo effettuato e si rimodella successivamente per essere in grado di fornire la stessa prestazione con una maggior efficienza; sta quindi alla base del modellamento muscolare che ricercano in modo particolare i bodybuilder. 


Come si possono gestire questi dolori? In realtà l’approccio migliore è quello di sopportare ed aspettare che si risolvano naturalmente, mentre tecniche come lo stretching o l’attività dei gruppi muscolari dolenti non facilitano per niente lo smaltimento della sensazione, ma ne allungano i tempi di recupero.